Fontane di Villa d'Este
Arte Lazio Roma città eterna

Villa d’Este a Tivoli: l’incontro fra natura, arte e architettura

Un viaggio di poche ore alla scoperta di una delle ville più belle del Lazio, fra le sale del palazzo, i giardini e le fontane monumentali.

Villa d’Este a Tivoli è uno dei posti incantati nei pressi di Roma da vedere almeno una volta nella vita. Patrimonio mondiale UNESCO, Villa d’Este è uno dei gioelli della città di Tivoli insieme al Parco di Villa Gregoriana, vicinissimo ad essa, e a Villa Adriana, che invece si trova qualche chilometro più giù percorrendo da Tivoli la via Tiburtina.

Cenni storici

Voluta dal cardinale Ippolito d’Este, governatore di Tivoli vissuto in epoca rinascimentale e innamorato della città e delle antichità romane, la villa venne costruita su una vecchia villa romana, con lo scopo di creare un ambiente perfetto per gli incontri e la meditazione. I lavori vennero affidati all’architetto Pirro Ligorio, che venne affiancato da una squadra di talentuosi artigiani e artisti. Dopo la morte di Ippolito d’Este, avvenuta proprio a ridosso dell’inaugurazione della villa, si alternarono diversi proprietari che si occuparono della manutenzione e di apportare nuove decorazioni alla villa.

Soltanto in un momento, quando la proprietà passò agli Asburgo, la villa subì un rapido deperimento, che cessò solo intorno alla metà dell’800 grazie alla volontà del cardinale tedesco Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst. Da questo momento Villa d’Este tornò a splendere e ad essere onorata da ospiti illustri quale Franz Liszt, frequentatore assiduo dei giardini.

L’ultimo proprietario di Villa d’Este fu l’arciduca Ferdinando d’Asburgo, erede al trono dell’Impero austro-ungarico, che avrebbe voluto vendere la villa. Il suo assassinio a Sarajevo, che sancì l’inizio della Prima Guerra Mondiale, mise fine all’affare ma, dopo il conflitto, la villa passò allo Stato Italiano, che se ne prese cura restaurandola e aprendola al pubblico negli anni ’30.

La visita alla Villa

Il palazzo

Il palazzo di Villa d’Este è la prima bellezza che si incontra dopo aver attraversato l’ingresso e il chiostro ed è un luogo dal fascino unico. L’appartamento nobile è costituito da un susseguirsi di sale affrescate che si affacciano sui giardini tramite enormi finestre. Ogni sala fa riferimento a un tema e ogni affresco e stucco presente è opera di pittori diversi guidati nel loro lavoro prima da Girolamo Muziano, poi da Livio Agresti e Federico Zuccari.

Osservando le pareti, le volte e i soffitti delle stanze, si passa dalla Caccia, alla Gloria, alla Nobiltà, a Ercole, alla Fontana, alle stanze tiburtine, a Noè, a Venere, godendo della vista di impersonificazioni allegoriche e divinità, animali, putti, paesaggi naturali e stemmi. La luce del sole del primo pomeriggio che penetra superba dalle grandi vetrate delle sale e illumina gli affreschi è qualcosa di sublime. Ed è un peccato che non si sia conservato nulla degli elementi di arredo del palazzo.

In due sale in particolare è possibile osservare anche parte del piano sottostante l’appartamento nobile scoperto dopo alcuni lavori di ristrutturazione, grazie alle lastre di vetro che lasciano intravedere la bellissima pavimentazione decorata conservatasi nei secoli e la pietra che definiva gli archi di passaggio.

Alcune sale, inoltre, presentano sculture e fontane, molto amate dal cardinale Ippolito, tanto che i giardini della villa ospitano busti e fontane meravigliosamente scolpiti. In particolare, spicca la stanza di Venere, da cui si apriva un accesso segreto al giardino. La sala incuriosisce per il suo aspetto spoglio e povero rispetto alle altre, e l’unico elemento che la veste è una fontana rustica non funzionante in pietra spugnola con delle statue in marmo bianco che rappresentano la Pace e la Religione. Originariamente, al posto di queste, figuravano Venere e altre figure femminili pagane ma, quando la proprietà passò al cardinale von Hohenlohe-Schillingsfürst, le stesse furono sostituite per essere reinterpretate in senso cristiano.

 

I giardini

La vista più bella e completa dei giardini di Villa d’Este a Tivoli si gode dalla terrazza che si apre dalle sale centrali dell’appartamento nobile che danno sui giardini. Da qui, non solo si può osservare il modo in cui il giardino si sviluppa in altezza, ma si può anche godere di un panorama unico, dove i veri protagonisti sono il verde dei colli tiburtini e romani in lontananza e il color mattone degli edifici di Tivoli vecchia che occupano la parte destra del paesaggio.

Sulla sinistra, invece, si staglia la Gran Loggia, un tipico arco romano dal profilo imponente che appare dalla terrazza dell’appartamento nobile e sembra dominare sulle campagne tiburtine ergendosi con la sua magnifica architettura. Lo si raggiunge scendendo la scalinata monumentale che porta al giardino.

E’ il luogo in cui dovevano avvenire i pranzi importanti e da cui si godeva di spettacoli organizzati in villa. Da qui si può scegliere se percorrere le scalinate che portano ai vari livelli del giardino, cosa che ho preferito fare, o attraversare il Vialone per incontrare la Fontana d’Europa.

Un piano più giù e spunta sulla sinistra la Rometta, una fontana particolare e originale che incanta e attira già dall’alto, grazie al disegno realizzato dalle piante in grado di trasportare anche il passante più distratto in un mondo fiabesco.

Bellissima nella sua incompletezza, è piena di particolari e statue, parti delle quali sono andate perdute, tra cui raffigurazioni di porte e altri monumenti della città di Roma.

A pochi passi ecco il viale delle Cento Fontane, una delle zone più suggestive del giardino. L’acqua sgorga dalle bocche di maschere strane che sembrano appartenere a esseri antropomorfi, mentre sulla fila superiore si susseguono, fra i tronchi degli alberi e la pietra, altri simboli tra cui l’aquila, stemma della famiglia d’Este.

Non cedo alla tentazione di vedere la famosa Fontana dell’Ovato, opposta alla Rometta, per lasciarmi la sopresa alla fine, e decido di scendere ancora la scalinata.

Romanticissima la Fontana della Civetta che si incontra sulla sinistra. Secondo il progetto iniziale, la fontana aveva un meccanismo doppio che, sfruttando la caduta dell’acqua, era in grado di far emergere degli uccelli e una civetta che emettevano dei cinguettii. A colpire di più è senza dubbio il dettaglio della colonna tutta completamente in mosaico e attraversata da un gambo con rose che la abbraccia con delicatezza.

Le Peschiere rettangolari che si trovano al piano più basso del giardino sono davvero un incanto. Erano state costruite per allevare pesci d’acqua dolce allo scopo di permettere attività di pesca. Ma l’area, grazie alla flora ricchissima e coloratissima che la circonda, è perfetta per rilassarsi.

Percorrendo il viale delle Peschiere, si arriva alla scenografica Fontana di Nettuno, realizzata nel 1927. Il dettaglio che più colpisce è quello degli schizzi d’acqua altissimi, ma anche la presenza della vegetazione sulla fontana soprattutto in estate fa un certo effetto.

Per vederla nella sua totalità, bisogna salire al piano di sopra, dove si trova la bella Fontana dell’Organo, detta così per via di un meccanismo che permetteva di udire il suono dello strumento. I motivi floreali e i soggetti fantastici che richiamano il mare e le sirene, trasportano il visitatore in un mondo parallelo.

Ma prima di lasciare la Fontana di Nettuno, è d’obbligo inoltrarsi nella zona più boscosa e fresca della villa, dove alberi, piante bellissime e altre fontane particolari sbucano nel verde dei viali geometrici.

Un po’ nascosta, forse per evitare polemiche nel periodo della Controriforma, spunta la Fontana della Dea Natura, inglobata all’interno del muro di cinta della villa, che rappresenta una moltitudine di mammelle volte a indicare la fecondità e la vita.

Risalendo verso il palazzo, si giunge alla tanto ardita Fontana dell’Ovato o Fontana di Tivoli, per me la più bella in assoluto. A lei è dedicata una zona in disparte molto ampia, dove trova spazio un bellissimo albero secolare e dei grandi tavoli dalle gambe scolpite ad arte. La sua particolare struttura ricca nei dettagli sembra anticipare lo stile barocco.

La struttura ad archi che segue la forma ovale della fontana, la cascata di vegetazione dall’alto, la presenza delle statue delle divinità che sorvegliano l’area e le nicchie celate dall’edera che sembrano nascondere un passaggio segreto, insieme alla imponente presenza della roccia retrostante, rendono questo luogo misterioso e ammaliante.

A dare un tocco di originalità alla fontana è il parapetto della vasca, completamente decorato in ceramica dai colori vivaci e luminosi, rappresentanti lo stemma della famiglia Estense.


Info utili

Per conoscere gli orari, i giorni di apertura e gli eventi e mostre di Villa d’Este a Tivoli, cliccate qui. Il costo del biglietto ordinario è di 12 € e sono previste agevolazioni per chi risiede nei comuni limitrofi.

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