limoni di Sicilia: simboli della Sicilia
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Simboli della Sicilia: profumi isolani fra storie e leggende

limoni di Sicilia: simboli della Sicilia

I profumi siciliani più intensi e le loro leggende: ecco piante e frutti simboli della Sicilia.

Il basilico fresco, i giardini di aranci, gli alberi di limoni, i fichi d’India maturi. Ormai anch’essi, come teste di Moro, pigne e Trinacrie, sono entrati a far parte dell’immaginario come simboli della Sicilia e, più in generale, del Mediterraneo. E in molti hanno provato a riprodurli attraverso fragranze, per indossarli e portarli sempre con sé. Perché, sarà il sole diverso, sarà la terra, ma i profumi dell’isola baciata dal sole sono unici e inconfondibili, e restano impressi sin dal primo momento. 

Pochi però sanno che questi simboli di Sicilia tanto amati sono protagonisti di storie e leggende più o meno note che continuano a essere raccontate dagli abitanti. Eccone allora alcune molto curiose e affascinanti che esaltano quei profumi siciliani in grado di evocare i meravigliosi luoghi e i momenti di vita isolani. 

Simboli siciliani: il basilico

Chi è stato sull’isola avrà capito che il basilico è follemente amato e molto usato sia in cucina che come pianta decorativa. I piatti con queste bellissime foglie diventano profumatissimi, così come i balconcini per le vie siciliane si colorano di verde e lasciano dietro chiunque vi passi sotto una scia avvolgente.

Le sue origini risalirebbero a circa cinque mila anni fa in Asia e India, ma pare che presto la pianta venne esportata con il commercio delle spezie arrivando in Medio Oriente e poi, grazie a Carlo Magno, in Grecia e in Italia, infine in Inghilterra e in America. Per il suo intenso profumo e per le sue proprietà, venne sin dall’inizio usata per i fini più disparati, dalla medicina per le proprietà benefiche alla mummificazione per le sue proprietà conservative. Fu però anche oggetto di superstizioni: era considerata una pianta negativa e legata alla sfortuna dai greci, sacra a Venere invece dai romani, ma da molti popoli anche magica e afrodisiaca. 

Quanto all’Italia, a rendere il basilico un simbolo rappresentativo della Sicilia fu la leggenda dell’amore geloso fra un arabo e una donna palermitana (se ancora non la conosci, scopri la famosa storia della testa di Moro). Le più belle piante di basilico in tutta la Sicilia, infatti, sono quelle ospitate nei famosi vasi di terracotta dipinti a mano a forma di testa di Moro che decorano i vicoli pittoreschi delle più affascinanti città siciliane.  Ma le storie di amore e morte legate al basilico non si esauriscono con la leggenda della Testa di Moro. Anche Boccaccio nella quinta novella del suo capolavoro, il Decamerone, rende il basilico protagonista raccontando la storia di Elisabetta da Messina che seppellì la testa del suo amato assassinato dai fratelli gelosi, proprio sotto un grande vaso di basilico che ella annaffiò ogni giorno con le sue amare lacrime. 

piatto tipico siciliano pomodoro mozzarella basilico

Simboli siciliani: le zagare

Nei più bei giardini dell’isola, aranci e limoni rigogliosi crescono sotto il sole, diffondendo il loro caratteristico odore di agrumi che cattura chiunque si trovi a passeggiarvi vicino in una giornata di primavera. Lo stesso fanno i loro bianchi fiori, le zagare, conosciuti come fiori d’arancio (dall’arabo zahara, ovvero splendere di bianco) tradizionalmente usati per bouquet e decorazioni ai matrimoni in quanto sinonimo di purezza, che fioriscono fra aprile e maggio e con il loro profumo intenso coinvolgono tutti i sensi, rievocando momenti sereni d’infanzia e delicatezza e fresche mattine primaverili. Senza dubbio si tratta ormai di un simbolo rappresentativo della Sicilia, diventato fragranza da indossare, così come le note agrumate di arancio, limone e bergamotto. Anche il fiore d’arancio è protagonista di storie e racconti antichi, fra miti e leggende.

Romantico, anche se probabilmente non attendibile, il mito greco sulle zagare di limoni, contenuto nella Teogonia di Esiodo, che narra che nel giardino sorvegliato dalle Esperidi, le figlie bellissime di Atlante e della Notte, vi era un albero meraviglioso “di pomi d’oro“, cioè di limoni, che fu donato dalla dea della Terra, Gea, a Zeus ed Hera per le loro nozze. E, anche se in realtà l’albero in questione fu importato dalla Cina solo più tardi, e dunque ai tempi dei Greci non esisteva ancora, è a partire proprio dal diffondersi di questo mito che la zagara è diventata ufficialmente il fiore delle nozze. 

Bellissima e sempre attinente al matrimonio è poi la leggenda della Zagara. Si narra che il re di Spagna ricevette un giorno da una principessa un albero di arancio in dono e che, per via del profumo delicato dei suoi fiori, se ne innamorò, negando a chiunque di coglierne i fiori. Un ambasciatore riuscì però a ottenerne un ramoscello corrompendo il giardiniere con un somma di denaro che questo utilizzò per sposare la figlia. Ella si sposò e adornò i suoi capelli con delle zagare e così, ancora una volta, il fiore d’arancio divenne un simbolo del matrimonio. 

Quanto all’isola, ancora una volta i Mori furono protagonisti: furono loro con l’invasione della Sicilia fra il VII e il IX secolo a importare la pianta, che per i suoi frutti succosi e dai colori caldi, iniziò a rappresentare l’amore e la prosperità.

raccolta arance

Simboli siciliani: gli agrumi

Succosi e maturati sotto un sole più caldo che mai, esposti nelle frutterie fra i vicoli delle cittadine dell’isola inondati dai loro stessi profumi, arance e limoni sono i frutti adorati del Sud e del Mediterraneo. In Sicilia rappresentano svariati simboli e si raccontano storie bellissime su di loro. Ancora una volta è il mito greco a narrare. Fu Ercole, nella sua undicesima fatica, a rubare i preziosi frutti dorati, i limoni, dal giardino di Giunone, lo stesso giardino al confine del mondo d’Occidente di cui le Esperidi erano le guardiane e che si troverebbe nella Valle dei Templi di Agrigento (Giardino di Kolymbreta). 

Il limone, in particolare, iniziò ad essere considerato solo dopo le invasioni arabe nel Mediterraneo, perché gli arabi consideravano la pianta come sacra, ottima per la preparazione dei cibi, ma anche come antidoto per alcuni veleni e utile per scacciare il male dalla casa. Da quel momento sia aranci che limoni iniziarono a diffondersi in tutto il bacino del Mediterraneo e, soprattutto, in Sicilia, dove il sole e la terra davano vita a frutti dal sapore unico. Su tutta l’isola, i luoghi che ospitano queste piante vennero presto chiamate giardini.

marzamemi: piazza con arance e limoni

Simboli siciliani: i fichi d’India

Un altro profumo ormai diventato ufficialmente simbolo della Sicilia è quello di fico d’India, che cresce spontaneamente sulle montagne a picco sul mare dell’isola, ma può trovarsi anche nei giardini delle dimore e sulle stradine selvagge dell’entroterra. Proprio come piante di limoni e arance e piante di basilico, anche la pianta di fico d’India, originaria del Messico, sarebbe stata portata in Sicilia da Oriente, probabilmente dai Turchi.  

La leggenda, tramandata dal pioniere dello studio delle tradizioni popolari siciliane Giuseppe Pitrè, narra che i fichi d’India in passato erano velenosi, e furono portati dai Turchi proprio per distruggere i siciliani, ma che Dio li trasformò in succosi e benefici frutti dal sapore gustoso per amore delle sue creature. 

fichi d'india simboli siciliani

Se vuoi scoprire altre curiosità sulla Sicilia, dai uno sguardo all’articolo sui simboli siciliani: le ceramiche fra storie, leggende e significati. Se invece hai bisogno di qualche idea per il tuo prossimo viaggio fra i paesaggi del Sud, guarda i miei luoghi e guide sulla Sicilia.

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