scena pastarelle matrimonio all'italiana Sofia Loren
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Le Pastarelle romane: una storia senza fine

“Acqua e sapone” 1983, regia Carlo Verdone

Le pastarelle: una tradizione anni Novanta che resiste nelle pasticcerie storiche di Roma.

A Roma, oltre alla ben nota tradizione di primi e secondi piatti, c’è anche una forse meno nota tradizione romana dolciaria che va dalla crostata con ricotta e visciole, alle ciambellette al vino, fino ad arrivare alla ricotta di pecora dolce. Nelle pasticcerie della Capitale poi ci sono i pasticcini, ma noi romani preferiamo di gran lunga le pastarelle tipicamente anni Novanta, quelle grandi, che abbondano di crema pasticcera o panna, e meno “raffinate”, da scegliere direttamente dal vassoio e da mangiare alla fine del pranzo della domenica dalla nonna.

A Roma non ci si può sbagliare: quando entri in una pasticceria e chiedi le pastarelle, il riferimento è uno soltanto, ovvero a quei dolci abbondanti e imperfetti, gustosissimi, per i quali c’è sempre spazio nella pancia, anche dopo un piatto di tagliatelle al sugo e spuntature di maiale e una serie di involtini alla romana. Anche il maritozzo romano fresco e con la panna montata al punto giusto, tanto amato, è entrato ufficialmente a far parte della categoria delle pastarelle imperfette, abbondanti, sempre gustose, accanto a sfogliatella, tartufo al cioccolato, babà, bignè, cannoncino, meringa alla panna, cestino alla frutta, cignimino, diplomatico.

Quando ero bambina io, presentarsi con un vassoio di pastarelle al pranzo della domenica era quasi d’obbligo. Non si contava il numero di pezzi in base al numero di persone come si fa con una torta, tanto alla fine, in qualche modo, il vassoio veniva ripulito. Oggi questa tradizione sembra essersi un po’ persa (ma non nella mia famiglia, dove continuiamo a presentarci ai pranzi della domenica con vassoi esagerati di pastarelle acquistate rigorosamente dal pasticcere di fiducia); le vetrine delle pasticcerie per lo più propongono pasticcini perfetti e coloratissimi, dai sapori alterati, come se l’estetica fosse addirittura più importante del gusto.

Ma, per fortuna, nella Roma che ci piace, quella che è ancorata alla tradizione, non si è perso del tutto il rito delle pastarelle della domenica, forse ha solo un po’ modificato il suo modo di essere, trasferendosi magari a colazione o alla merenda del pomeriggio. E posso assicurarvi che il tipico maritozzo romano con la panna, a colazione, da Regoli a Via Merulana, è ‘a morte sua!  

Se vi state chiedendo dove trovare le vere pastarelle a Roma, oltre che dal re dei maritozzi Regoli, date un’occhiata all’elenco delle mie pasticcerie preferite nell’articolo sui posti dove fare merenda a Roma. E tenete sempre presente che le pastarelle migliori sono quelle delle pasticcerie storiche che sembrano essersi fermate nel tempo, quelle dal sapore retrò che non cambieranno mai ricetta.

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